«Animam in sepulchro condimus»: sepolcreto tardoantico in anfore presso l’Emporion di Agrigento (Sicilia, Italia)

Authors

  • Valentina Caminneci

Abstract

Ad Agrigento, a pochi metri dalla costa, presso la foce dell’Akragas, a seguito di un intervento di tutela, a cura della Soprintendenza di Agrigento, e stato portato alla luce un piccolo lembo di necropoli ad enchytrismòs, con cinque sepolture in anfore di produzione africana, rinvenute sotto uno spesso strato di accumulo sabbioso di origine alluvionale nell’area dell’antico Emporion della citta. La tomba I utilizzava almeno quattro contenitori cilindrici di grandi dimensioni, di cui due, assemblati, erano stati tagliati all’altezza della spalla e segati longitudinalmente per accogliere le ossa, deposte all’interno e coperte dai frammenti, anche di altre due anfore, posti gli uni sugli altri; cocci erano sistemati a chiudere una delle due estremita, mentre dall’altro capo il contenitore utilizzato, conservava il puntale. L’altra anfora reimpiegata nella sepoltura era probabilmente una Keay LXII R.

Published

01/02/2012

How to Cite

Caminneci, V. (2012). «Animam in sepulchro condimus»: sepolcreto tardoantico in anfore presso l’Emporion di Agrigento (Sicilia, Italia). Rei Cretariae Romanae Fautorum Acta, 42, 259–266. Retrieved from https://archaeopresspublishing.com/ojs/index.php/RCRF/article/view/2219